Storia

Il corso di Laurea Magistrale a Ciclo Unico in Medicina Veterinaria dell’Università di Padova venne ufficialmente istituito nel 1992, con struttura e programmi simili a quelle delle altre istituzioni medico-veterinarie europee. Ciò nonostante, una facoltà di medicina veterinaria era già stata attivata in passato. Infatti, durante il XVIII secolo, la Repubblica di Venezia, che importava che importava grandi quantitativi di bestiame dall'Est Europa (e in particolare dalla Dalmazia, Slovenia e Ungheria), con conseguente bilancio negativo per le finanze dello stato, per via delle ricorrenti e pesanti perdite dovute a epizoozie, fece nascere diverse accademie locali dedicate alla salute e medicina degli animali, che infine sfociarono nell'istituzione della cattedra di Agricoltura presso l’Università di Padova (1765). La cattedra era stata affidata al botanico Pietro Arduino, il quale, tra i suoi doveri, doveva provvedere al miglioramento della produzione bovina e ovina. Fu così che, pochi anni dopo (9 settembre 1773), la Repubblica di Venezia decise di fondare ufficialmente un Collegium Zoojatricum. Il Collegium fu uno dei primi in Europa, di poco successivo alla fondazione degli Istituti veterinari in Francia. La direzione del collegio fu affidata a Giuseppe Orus, diplomatosi ad Alfort. Il Collegium era sito in Padova, vicino al vecchio Convento delle Maddalene. A Orus fu affidata la responsabilità dell’organizzazione e avvio della Scuola di Medicina Veterinaria, nonché della fondazione di un Museo di Anatomia Comparata. Orus agiva anche in qualità di Ispettore della Repubblica per la sanità animale e l’igiene della carne. Tra i suoi doveri vi era quello di raggiungere i luoghi in cui si erano verificate delle epizoozie. La scuola di medicina veterinaria fu inaugurata ufficialmente il 1° ottobre 1774, con 12 studenti iscritti provenienti da diversi stati italiani. Il primo degli studenti terminò il percorso di studi nel 1779. Negli anni successivi (1779-1787) furono proposte e attuate alcune riforme degli studi veterinari, tra le quali lo spostamento dell’insegnamento nell'alveo della Scuola di Medicina e Chirurgia. La cattedra di Anatomia Comparata di Giuseppe Orus entrò ufficialmente nel novero di quelle dell’Università di Padova. Nel 1815 Girolamo Molin venne nominato professore di medicina veterinaria presso la scuola di medicina, e l’insegnamento veterinario ridotto a un corso biennale. Nel 1827 la scuola e le strutture annesse furono spostate presso il Convento di S. Francesco, successivamente denominato Istituto Veterinario. Nel 1839 Vincenzo Tomada divenne professore di medicina veterinaria, cui presto seguì nel 1840 Giuseppe Brugnolo. Quest’ultimo tenne la cattedra di Medicina Veterinaria e delle Epizoozie presso la facoltà medica fino al 1857, anno in cui gli successe Bernardino Panizza, che fu quindi l’ultimo professore di medicina veterinaria presso l’Università di Padova fino al termine ufficiale degll’insegnamento veterinario nel 1873. Vi furono diversi motivi che indussero a porre fine all'insegnamento veterinario in Padova. Fondamentale fu però il fatto che mentre l’Italia divenne un Regno indipendente nel 1860, il Veneto rimase per anni ancora sotto il dominio austriaco. Così quando con l’annessione del Veneto al Regno d’Italia nel 1872 l’Università di Padova entrò a far parte del consesso delle altre Università italiane, il numero delle facoltà di medicina veterinaria era limitato da apposite leggi. Inoltre in quel momento l’ordinamento delle altre facoltà italiane di medicina veterinaria differiva molto da quello esistente in Padova, dove l’insegnamento si era ridotto a una cattedra all'interno della facoltà medica. L’apertura di una nuova facoltà di medicina veterinaria presso l’Università di Padova venne più volte considerata, data l’importanza dell’allevamento e produzione animale (compreso l’allevamento e la produzione ittica) nel nord-est italiano. I veterinari che operavano nel Veneto ottenevano il loro titolo altrove, principalmente presso le Università di Milano o Bologna. La facoltà venne inaugurata ufficialmente (o, per meglio dire, nuovamente) nel 1992. La medicina veterinaria divenne una scienza nella seconda metà del XVIII secolo con la fondazione di diverse scuole di medicina degli animali in tutta Europa. La maggior parte di queste scuole rispondeva ai bisogni degli eserciti nazionali, per i quali era essenziale l’impiego di cavalli e muli ai fini militari. L’insegnamento veterinario in Padova nacque con altri scopi, tra i quali lo studio delle malattie del bestiame e delle epizoozie, con il fine ultimo di migliorare i commerci e l’economia del Veneto. Sfortunatamente il nord-est italiano fu teatro di parecchi perduranti conflitti, che compromisero la sopravvivenza, il fiorire e l’espandersi delle istituzioni veterinarie in Padova fino alla seconda metà del XIX secolo. La “nuova” facoltà di medicina veterinaria continua questa antica tradizione di studio delle scienze animali dedicate alla pace e al progresso.